Un presentimento

La legislatura sta finendo

Al netto dei contenuti - riforme si, riforme no, stabilità o autoritarismo - l’anomalia del governo Renzi è di volere legare il suo destino ad un atto, la scrittura della legge elettorale, che spetta al Parlamento. La questione della fiducia è quasi grottesca. La legge elettorale che è stata presentata alla Camera, era stata elaborata sulla base di un accordo con l’opposizione. Se quell’accordo, il famoso “patto del Nazareno”, fosse ancora valido, come avrebbe potuto il governo, anche solo pensare di chiedere il voto di fiducia al partito rappresentato in aula dall’onorevole Brunetta? Renzi sa dunque benissimo che le leggi elettorali devono essere supportate dal più ampio sostegno possibile, tanto è vero che aveva cercato un’intesa con Berlusconi a riguardo, demarcando con precisione la diversità di questa rispetto alle responsabilità di governo. Ora che Berlusconi si è messo di traverso, il governo vorrebbe porre la fiducia, perché la riforma proposta non solo non piace all’opposizione, con cui pure la si voleva concordare, ma nemmeno a parte del suo partito. Anche se la legge elettorale fosse tale da essere prese a modello nel mondo, come Renzi con un eccesso di ottimismo ha detto, il metodo, ci si perdoni, è degno di un re folle. In un momento nel quale l’economia vive la fase che conosciamo, il Def è stato criticato persino dagli uffici di bilancio delle Camere, e c’è poco da scherzare, perché la crisi con la Grecia potrebbe avere esiti imprevedibili. Di più il Paese si trova sotto l’emergenza internazionale, sui migranti dire che siamo al caos più completo è poco. E in questa condizione, Renzi si preoccupa di portare a casa la legge elettorale. Altrimenti si dimette. A dire il vero, il governo non ha nessuna ragione di dimettersi se la legge elettorale proposta venisse bocciata, mentre all’indomani del varo di una nuova legge elettorale, il Parlamento che l’ha votata, è delegittimato, soprattutto quando la legge elettorale di cui è espressione, è stata giudicata incostituzionale dalla Consulta. Possiamo e speriamo di sbagliarci, ma crediamo che con questa prova di forza - c’è chi l’ha definita, piuttosto, una prova di debolezza - che si consuma nella massima confusione, la legislatura sia finita comunque e comunque come un fallimento di cui lo stesso Renzi porterà il peso durante la campagna elettorale.

Roma, 28 aprile 2015